San Vigilio di Marebbe
Incastonati come gioielli nel cuore delle Dolomiti, patrimonio mondiale naturale dell’Umanità Unesco, porte d’ingresso dei Parchi naturali altoatesini Fanes-Senes-Braies e Puez-Odle e parti integranti della rinomata area vacanze del Plan de Corones
Il paese è raccolto in gran parte intorno ad una chiesetta barocca ed è carinissimo. A poca distanza si innalza il Plan de Corones con i suoi 2277 metri d’altezza, alle cui pendici si sviluppa un importante impianto sciistico, mentre se preferite allo sci tradizionale o allo snowboard lo sci di fondo o un bel trekking ci sono tantissime piste e sentieri che partono da San Vigilio e si dirigono verso la Val di Fanes, il lago di Braies (ritenuto il più bello specchio d’acqua di tutte le Dolomiti) o la vicina Val dai Tamersc in fondo alla quale si trova il rifugio del Pederù (a 1545 m.) incastonato tra magnifiche montagne e boschi di abeti rossi e pini, punto di partenza per ascese più impegnative.


Buono a sapersi
San Vigilio di Marebbe
Probabilmente il territorio è abitato già nella preistoria. Qui sono arrivati i Celti e poi i Romani, attorno al 15 avanti Cristo: sono loro che definiscono la zona “Ladinia”. Di tempi medioevali si sa poco, attorno al 1200 fa parte del vescovato di Bressanone, mentre all’inizio del 1400 c’è il dominio dei Conti del Tirolo che stabiliscono proprio a San Vigilio la loro sede giudiziaria. Durante le guerre per la liberazione del Tirolo, attorno al 1797, si fa luce la ‘ragazza di Spinga’ (da nome del paese in Val d’Isarco dove era andata per imparare il tedesco), Katharina Lanz che, racconta la leggenda, vicino al cimitero, avrebbe tenuto testa a un drappello di napoleonici servendosi solo di un forcone da fieno. Nel 1919 la regione, prima austriaca, diventa italiana.


